Questo mese trattiamo un argomento spinoso:

La cura corretta di un tatuaggio.

Dico spinoso perché ognuno consiglia la sua, ognuno diversa, ognuno con le proprie varianti.

 

Noi di Atelier questa volta non vogliamo dare consigli, 

ma ci siamo limitati a chiedere il parere di una persona autorevole.

 

Oggi sentirete cosa ne pensa chi di mestiere fa il medico.

Tra l’altro un medico che è anche docente per i corsi di abilitazione alla professione del tatuatore istituiti dalla Regione Piemonte.

Quindi una persona che conosce l’argomento tatuaggi e parla con conoscenze specifiche e cognizione di causa.

 

Ed oltre alla cura gli abbiamo anche chiesto qualche altro consiglio su allergie e reazioni cutanee.

 

Con piacere vi presentiamo l’intervista ad Andrea Gerbaldo.

 

Ciao Andrea! 

Qual’è il tuo mestiere e da quanto tempo lo eserciti?

 

Ciao a tutti mi presento mi chiamo Gerbaldo Andrea e sono medico dal 2014.

 

Sei stato docente per i corsi di abilitazione alla professione da Tatuatore istituiti dalla regione Piemonte, cosa ne pensi di questa esperienza?

 

Tenere dei corsi di abilitazione al tatuaggio,piercing e trucco permanente è stata un’esperienza diversa dal mio lavoro abituale: tengo abitualmente dei corsi di Primo Soccorso all’interno delle aziende e talvolta per le scuole, per cui il ruolo di docente lo avevo già ricoperto, ma mai su corsi a proposito dell’aspetto sanitario di questo tipo di attività. 

 

Per prepararmi ho quindi approfondito diversi aspetti della pratica del tatuaggio che non conoscevo a fondo, dalla storia alle differenti metodiche, oltre ovviamente alla gestione pratica del lavoro in studio, ed è stata sicuramente un’esperienza interessante e che mi ha arricchito culturalmente.

 

Come sai, molti tatuatori a fine tatuaggio “impacchettano” la zona tatuata con della pellicola tipo cellophane e consigliano di tenerla per alcune ore, poi di cambiarla dopo un lavaggio, per poi rimettere una pellicola nuova.

Alcuni tatuatori consigliano di ripetere questo procedimento per 24 ore, alcuni per 48, altri ancora di più.

 

Ci dai il tuo parere medico su questo tipo di “cura” consigliata?

 

La pratica molto diffusa della pellicola a fine tatuaggio è oggetto di discussione tra le diverse scuole di pensiero dei tatuatori, ritenuto da alcuni che essa sia il metodo più efficace per proteggere il tatuaggio dallo sporco e per evitare la formazione delle croste. 

Dal punto di vista medico il consiglio che posso dare è che, nel caso venga utilizzata la pellicola, questa vada mantenuta solo per le ore immediatamente successive al tatuaggio.

Infatti la pellicola non permette la traspirazione della cute, con conseguente aumento dell’umidità e quindi rischio di macerazione (quell’effetto simile a quando stiamo molto tempo nell’acqua e la pelle assume un aspetto “a prugna”) se mantenuta troppo a lungo. 

Questa a sua volta rappresenta un rischio per le infezioni, eventualità che dobbiamo ovviamente scongiurare, oltre a rallentare in ogni caso il tempo di guarigione. 

 

Rimuovere quindi la pellicola dopo poche ore, detergere delicatamente la zona interessata e posizionare una nuova pellicola può rappresentare un compromesso, ma in generale converrebbe non superare le 24 ore di utilizzo complessivo della pellicola o, in alternativa, utilizzare altri prodotti esistenti in commercio altrettanto validi rispetto alla classica pellicola trasparente nata a scopo alimentare.

 

Crema idratante si o no?

 

Sì, è assolutamente utile per garantire alla cute una buona elasticità e idratazione (il tatuaggio non deve “seccare”), ma va utilizzata nel momento in cui la cute è libera di respirare, applicandola cioè una volta passata la fase iniziale in cui il tatuaggio è coperto; inoltre va applicata sempre massaggiando delicatamente la cute per farla assorbire bene. 

 

Evitate quindi di mettere uno strato più o meno spesso di crema per poi “reimpacchettare” subito la zona con pellicola o altro: come detto prima, così facendo si favorisce la macerazione della cute.

 

Quali consigli dai per evitare infezioni?

 

Per ridurre il più possibile il rischio infezioni, oltre a quello già accennato, alcune indicazioni più o meno ovvie sono quelle di non utilizzare vestiti stretti che possano andare a sfregare sulla zona del tatuaggio, evitare di andare al mare nei primi tempi a causa della salsedine e della sabbia (oltre all’esposizione solare che andrebbe evitata per almeno 3 settimane).

In ambiente domestico preferite, se possibile, la doccia alla vasca per la propria igiene: la vasca infatti, a causa dell’acqua stagnante, può essere più facilmente fonte d’infezione (se in casa ho solo la vasca è bene pulirla prima del bagno). 

Per lo stesso motivo è preferibile evitare laghi e piscine e lasciare “in ammollo” a lungo il tatuaggio. 

 

Va evitata per il primo periodo la depilazione, sia con lametta che con creme apposite, nella zona interessata; in caso di tatuaggi estesi o che interessano le articolazioni (gomiti, ecc.) evitate di riprendere dopo poco tempo l’attività fisica. 

Ultima raccomandazione:

durante la guarigione è normale che si formino delle croste, queste però devono seccare e cadere da sole, per cui NON le grattate anche se sentite prudere!

 

In caso di infezione o sfoghi anomali, alcuni tatuatori consigliano creme cortisoniche tipo “gentalin-beta” o “gentamicina”.

Ha senso farlo?

 

Sono entrambe farmaci che richiedono la prescrizione medica per essere utilizzati (non fanno parte dei cosiddetti “farmaci da banco”) per cui vanno prescritti dal medico e non andrebbero “consigliati” dal tatuatore: al di là dell’aspetto legale legato alla professione, il rischio maggiore è quello di utilizzarli per situazioni in cui non solo non siano effettivamente utili, ma addirittura possono risultare  dannosi andando a peggiorare la situazione iniziale (soprattutto il Gentalyn-beta, che contiene cortisone al suo interno).

Cosa deve fare un cliente in caso di infezione?

 

In caso di infezione, cioè nel caso in cui oltre all’iniziale rossore e gonfiore, compaiano anche dolore o pus (materiale bianco-giallastro) che continuano a peggiorare, il consiglio è quello di recarsi il prima possibile dal proprio medico curante evitando soluzioni “fai-da-te”, casalinghe o suggerite da amici e conoscenti. Prima si interviene nella maniera corretta meglio è, per voi e per il vostro tatuaggio!

 

Molti tatuatori hanno visto, nel corso della loro professione, tornare indietro dei clienti con il tatuaggio già guarito da mesi che, però, ha sviluppato dal nulla delle strane reazioni su alcuni colori: rossi, blu, verdi, gialli e tonalità simili.

Alcune volte le reazioni si trasformano in cheloidi che fanno fatica a riassorbirsi.

 

Perché capita e cosa deve consigliare il tatuatore al cliente?

 

Tra le possibili reazioni indesiderate al tatuaggio, le reazioni “tardive” (ossia a distanza di tempo) sono un’eventualità che si può verificare nonostante il tatuaggio venga effettuato rispettando tutte le precauzioni sanitarie. 

Le manifestazioni cutanee (con inspessimento, vescicole, gonfiore e prurito,ecc) si verificano più frequentemente nei tatuaggi colorati, giallo e rosso in primis, rispetto ai tatuaggi con il solo colore nero. 

 

I responsabili di queste manifestazioni sono i pigmenti contenuti negli inchiostri utilizzati, verso i quali si sviluppano delle manifestazioni allergiche anche a distanza di molto tempo (il motivo per cui si verificano più spesso con i tatuaggi colorati è che i materiali contenuti nei pigmenti colorati sono più allergizzanti). 

 

I cheloidi invece rappresentano un’alterazione del processo di formazione della cicatrice, con esiti spesso particolarmente sgradevoli dal punto di vista estetico. 

 

In queste situazioni, oltre all’utilizzo di inchiostri omologati e che rispettino gli standard europei, l’arma più efficace è la prevenzione: 

È importante raccogliere delle informazioni dal cliente prima di iniziare il tatuaggio, per indagare se ci sono già state in passato manifestazioni allergiche, una tendenza “a guarire male” da tagli o altre ferite o una difficoltà a cicatrizzare, nel qual caso andrà sconsigliato il tatuaggio.

 

Ringrazio personalmente Andrea a nome di tutti per averci dedicato il suo tempo molto prezioso, direi davvero molto utile ed interessante.

 

Ragazzi se avete ancora domande specifiche o curiosità rispetto a questo argomento,
scrivete alla mail: 

info@lateliertattoosupply.it

 

Se ci saranno domande interessanti potremo organizzare un’altra intervista!

 

Tattoo Magazine 7
Luglio 2020

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