Ma quando l’emergenza sarà finita, la gente tornerà a spendere come prima oppure no?

Questo è il dubbio che attanaglia la maggior parte dei professionisti del nostro settore.

Viviamo un momento storico surreale, le notizie che ci arrivano sono poco chiare e a volte contrastanti.

Il virologo che smentisce l’altro virologo.

Il politico che ha studiato su Facebook che smentisce il virologo e vuole farci andare a lavorare tanto durerà anni.

L’altro che dice che è un influenza e poi muore.

Quello che dice che non si può neanche andare a correre nei campi da soli..

Sta di fatto che pur astenendoci da pareri personali, ci sembra che la quarantena sia il modo più sensato per contrastare o almeno rallentare questo maledetto virus.

Ma la paura di una partita IVA è già proiettata su quello che succederà dopo...

Per quanto tempo starò chiuso?

E se quando riapro la gente non avrà più soldi in tasca?

E se avranno paura di avere contatti con altre persone?

Chi può dirlo?

Le previsioni e le opinioni dei cosiddetti “esperti” si sprecano.

Abbiamo provato a dare un’occhiata nel paese dove tutto è cominciato prima che da noi...

La Cina è stato il primo paese che ha avuto a che fare con il COVID-19 e sembra anche che sia il primo paese ad uscirne in modo egregio, se le informazioni che ci arrivano sono corrette.

Mentre in tutto il mondo si allunga la lista delle attività in quarantena ed aumentano le città chiuse in quarantena, la settimana scorsa era uscito un articolo su Repubblica del 17 Marzo 2020 curato da Giulia Crivelli,  che parlava addirittura di 

Revenge spending”, la spesa fatta per vendetta.

Dall’articolo di Bloomberg News con i pareri degli analisti (in inglese): “Revenge Spending Spurs Chinese Luxury Rebound From Virus”

L’85% delle 3.600 gioiellerie della più grande catena cinese, Chow Tai Fook Jewellery Group, che è anche il più grande gruppo del settore al mondo per fatturato, hanno riaperto, con alcune precauzioni: mascherine per gli addetti e accessi ristretti.

Ma fuori da ogni negozio ci sono già le code.

Lo stesso vale per maison del lusso come Chanel: i negozi in Italia e molti altri Paesi sono chiusi, quelli in Cina hanno riaperto e anche in questo caso da domenica si sono viste le prime file.

Il quotidiano China Daily ha pubblicato un altro articolo che dà il senso dell’umore post-quarantena.

Il titolo era “Recovery wish list being drawn up” ovvero: “si cominciano a scrivere le liste delle cose da fare per riprendersi”.

Ai primi posti ci sono: andare al ristorante, viaggiare, festeggiare e fare shopping.

L’articolo del China Daily (in inglese):

“Recovery wish lists being drawn up. Public eager to dine out, travel and make merry”.

Il paragone con la Sars 

China Skinny , società di marketing e strategie molto famosa in Cina, prevede una ripresa “esplosiva” del settore turismo, domestico e verso l’estero, sulla base di quello che successe dopo la fine dell’emergenza legata alla Sars nel 2003.

Sheryl Shen, associate marketing manager di China Skinny, intervistata dal China Daily, ricorda che, durante la Golden Week dell’ottobre 2003, prima occasione festiva dopo la crisi Sars, il numero di voli fece un balzo del 200% rispetto all’anno precedente.

Per lo Spring Festival del 2004, l’aumento fu del 201% rispetto allo stesso periodo del 2003, un mese prima dello scoppio della Sars.

Ma in questi giorni invece arriva la contro-notizia.

Altri articoli usciti questa settimana in diverse testate giornalistiche Italiane sembrano stoppare l’entusiasmo degli articoli precedenti.

Sembra difatti che si sia si ricominciato a spendere, ma non nelle attività dove si può venire a contatto con altre persone.

Pare che palestre, ristoranti e luoghi di ritrovo dove si socializza debbano ancora aspettare, la gente preferisce comprare cose che gli servono per stare in casa.

Sono due le paure delle persone:

Hanno ancora paura di essere infettati.

Temono di spendere soldi e non averne in caso di crisi economica.

È vero, è possibile che dovremo ancora convivere con questo virus per un po’ di tempo, e sicuramente anche con il terrore psicologico che ha portato in tutti noi, nei prossimi mesi è probabile che dovremo fare degli adattamenti al nostro stile di vita e alle nostre vecchie abitudini, ma non sarà per sempre.

Ci vorrà solo più tempo a tornare alla normalità.

La paura di spendere è sicuramente giustificata, ma è anche vero che è solo spendendo che ripartirà l’economia mondiale.

È notizia di qualche giorno fa, l’ultimo decreto di Conte per 

gli aiuti economici alle piccole, medie e grandi imprese, un iniezione di liquidità di una portata tale che, forse, non si era mai vista prima, questo ci fa ben sperare.

Cosa puoi fare Tu, tatuatore, 

adesso?

I nostri consigli personali sono:

Non perdere i contatti con i tuoi clienti, non abbandonarli adesso continua a condividere contenuti, crea un dialogo con loro, tienili informati.

Cura i tuoi social, impara cose nuove, capisci come promuoverti al meglio quando la quarantena sarà finita.

Studia delle azioni concrete per aumentare la sicurezza igienica del tuo studio quando riaprirai, metti giù un piano di azione e comunicalo ai tuoi clienti.

Cerca di rassicurarli del fatto che, rispettando le norme di sicurezza, usando il materiale adatto, limitando l’accesso ad un cliente per volta e sanificando gli ambienti, il tuo studio sarà un luogo sicuro dove poter continuare a tatuarsi.

Nessuno può dire quanto durerà tutto questo, ma ogni crisi sanitaria, ogni crisi economica del passato, ha sempre avuto un inizio ed una fine e la ripresa è sempre stata fiorente.

Forse ci vorrà di più di quello che pensiamo, ma con qualche aiuto economico e con la collaborazione di tutti, l’Italia si risolleverà anche questa volta come ha fatto in passato.

Noi di “L’Atelier” non gettiamo la spugna, le avversità aguzzano l’ingegno.

Molte crisi sono riuscite a tirare fuori le parti migliori dell’essere umano per trovare soluzioni, e siamo sicuri che riusciremo a farlo anche questa volta.

Tattoo Magazine 4
Aprile 2020

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