Il 2020 è cominciato e, senza ombra di dubbio, l’argomento più cercato, più discusso e più temuto ha certamente un nome: Coronavirus.

La velocità ed il disordine nella diffusione delle notizie, figlia dell’epoca digitale, quella 2.0, ha permesso a questa fobia di trasmettersi molto più velocemente del virus stesso.

 

La paura e la cattiva informazione hanno spinto gran parte della popolazione a proteggersi dalla possibilità di contagio, le mascherine sono andate a ruba, i ristoranti svuotati e persino Amazon ed altri colossi del commercio digitale hanno reso noti importanti cali delle vendite per tutti quei prodotti provenienti dalla Cina. 

Fobia, paura, disinformazione. 

Vogliamo iniziare così questo articolo, sfruttando un tema ricorrente ed attuale (nel 2020!) per introdurre un tema che merita grande attenzione da parte di tatuatori, estetisti e tutti coloro che, quotidianamente, lavorano a contatto con sangue e lesioni cutanee (come quelle provocate dallo stesso tatuaggio).

Le contaminazioni crociate. 

L’aria che respiriamo, l’ambiente che ci circonda, gli stessi vestiti che indossiamo sono naturalmente “popolati” di batteri, virus ed altri agenti invisibili all’occhio umano ma molto pericolosi per l’organismo. 

Normalmente la nostra pelle funziona da “scudo” e ci protegge da questi rischi presenti nel mondo esterno ma, nel caso ad esempio di piercing o tatuaggi, quella naturale protezione del nostro corpo viene scalfita ed i rischi di contaminazione aumentano in modo esponenziale. 

Le precauzioni che possiamo prendere sono essenzialmente due: 

rendere l’ambiente circostante “meno aggressivo” possibile 

evitare di trasformarci in “mezzi di trasporto” per virus e batteri, contaminando le superfici che tocchiamo. 

Noi non possiamo (e nemmeno lo vogliamo) sostituirci in alcun modo a quelli che sono i Regolamenti e le disposizioni Regionali in materia di tatuaggio e piercing ma vogliamo comunque consigliare alcuni accorgimenti da tenere per mettere in atto quella che, in gergo sanitario, si chiama “Riduzione del rischio”.

Qualche indicazione utile vogliamo darvela!

Il cliente, la sua cute, i suoi indumenti

La pelle del cliente NON è una superficie sterile, occorre disinfettarla con cura ed accertarsi che, nella zona interessata, non vi siano chiari segni di patologie della cute (eczemi, psoriasi, dermatiti, ecc…). 

Esistono in commercio disinfettanti chiamati “AD AMPIO SPETTRO” per cute INTEGRA che, utilizzati e lasciati agire come specifica l’etichetta del prodotto stesso, vanno a neutralizzare la maggior parte di patogeni presenti. 

Anche i vestiti sono dei “mezzi di trasporto” per i batteri, sarà bene quindi evitare che il cliente, durante la seduta, indossi vestiti molto sporchi (ad esempio abiti da lavoro, ecc...). Educare i clienti all’igiene ed alla cura è fondamentale, mai scontato.

Pulire la postazione

L’ambiente, come abbiamo detto, è un contenitore pieno di “cose” anche invisibili all’occhio umano e, vista la premessa, è necessario disinfettarlo e proteggerlo dalle possibili contaminazioni. 

Anche per la pulizia delle superfici esistono molti tipi di disinfettanti ad ampio spettro con caratteristiche di uso e applicazione diverse. I vari formati (concentrati, spray, salviette, ecc…) si adattano bene ad ogni superficie o attrezzatura da pulire e presentano, indicati sulla confezione, modi e tempi di utilizzo.

La pulizia della sala di applicazione va eseguita, in modo approfondito, prima e dopo OGNI SEDUTA  (per molti sarà scontato, ma vogliamo comunque precisarlo!).

Le superfici devono essere lavabili e resistenti ai disinfettanti di cui sopra come correttamente spiegato dalle normative Regionali. 

Proteggere e proteggersi

Le barriere di protezione sono fondamentali per tutte le superfici e tutto ciò che può entrare in contatto con il sangue. Pellicola, copri macchinetta, copri clipcord...esiste una gamma di completa di prodotti che possono aiutarti a coprire e proteggere tutto quello che tocchi durante la seduta. 

DPI (dispositivi di protezione individuale) sono obbligatori ed indispensabili. 

Guanti, mascherine, occhiali, manicotti, camici, c’è tutto quello che ti serve. Ricordati che se ti “sporchi” i vestiti che indossi mentre tatui il cliente ti “porti a spasso” (e quindi anche in casa tua) tutti i batteri, virus, ecc...Vale la pena sopportare la “scomodità” ma non mettere a repentaglio la tua sicurezza!

Le precauzioni non sono mai troppe quando si parla di igiene e prevenzione.

Il contatto quotidiano con sangue e liquidi potenzialmente infetti, unito al rischio continuo (anche se poco frequente) di ferirsi rende proprio il tatuatore quello che “rischia di più”.

Sì, hai capito bene, sei Tu che rischi, molto di più dei tuoi clienti!

Erroneamente parlando di rischi, forse perché chi “soffre e perde sangue” durante la seduta è il cliente, siamo abituati a pensare che il rischio non ci riguardi...

Niente di più SBAGLIATO

Sei Tu che, ogni giorno tocchi la cute lesa dei tuoi clienti, respiri la loro stessa aria e lavori in quell’ambiente per ore ed ore... 

Pensi sia un buon motivo per stare più attento a come ti muovi ed ai prodotti che usi in studio?   

Tattoo Magazine 3
Marzo 2020

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