"La Legge mi permette" 

Conosciuto e regolamentato in molti paesi come “co-working” in Italia prende il nome di “Affitto poltrona” ed è sempre più comune nell’organizzazione degli studi che ospitano più tatuatori e piercer.

La normativa che va a regolamentare queste “collaborazioni” non è molto chiara e, come molte altre di questo settore, è gestita a livello comunale e può pertanto essere diversa da un Comune all’altro.

L’affitto di poltrona è un vero e proprio contratto che viene stipulato tra il concedente (titolare dello studio) e l’affittuario (professionista in possesso dell’abilitazione professionale).

Questo contratto deve contenere oltre alla durata, la possibilità e le modalità di recesso, specifici riferimenti relativi a: 

superficie data in uso 

postazioni date in uso

eventuale utilizzo di prodotti e/o attrezzature

regole di gestione degli spazi, modalità e tempistiche.

Come tutti i contratti anche questo deve essere registrato all’Agenzia delle Entrate, ogni commercialista può seguirti in pratiche di questo tipo. 

Viene solitamente utilizzata un’altra forma di “contratto”: la scrittura privata con data certa.

Coooosa?? 

Tranquilli, nulla di complicato! 

Si scrive il contratto nello stesso modo e con gli stessi contenuti, lo si firma entrambe (sia Tu che chi verrà a lavorare nel Tuo studio) e lo si spedisce a se stessi, al proprio domicilio, tramite lettera Raccomandata Aperta presso qualunque ufficio postale. (Ps: in Posta sapranno darti tutte le indicazioni necessarie).

NB: Se i locali dello studio sono concessi in affitto e non di Tua proprietà, è necessario il consenso scritto espresso dal proprietario dell’immobile, se non compreso nel contratto originario.

Per questo motivo, se state cercando un locale per avviare un’attività di questo tipo è bene che facciate già riferimento, nel contratto con il proprietario, alla possibilità di collaborare con altri professionisti nei locali in affitto.

Aspetti fiscali

Ovviamente una collaborazione lavorativa di questo tipo prevede che si rispettino le normative fiscali di settore ed i punti definiti nel contratto sottoscritto dalle 2 parti interessate. 

Si tratta comunque di due o più imprese autonome, è perciò necessario che ognuno dei tatuatori rilasci regolare fattura o ricevuta al proprio cliente per la prestazione eseguita.

Il rapporto tra le due imprese verrà quindi regolato in questo modo:

Il “titolare” (dello studio) deve emettere fattura o ricevuta nei confronti dell’affittuario (il tatuatore “ospite”) che comprenda l’uso della poltrona/cabina e per gli altri elementi concordati nel contratto (materiale, attrezzature, rimborso per consumi, ecc…).

Aspetti legali

Molto importante, per non dire obbligatorio, che l’attività dei vari soggetti sia effettivamente svolta senza che vi siano ulteriori elementi di commistione. 

Spieghiamo meglio ed in modo più comprensibile: Ogni professionista interviene esclusivamente sulla propria clientela, cioè quella alla quale verrà rilasciata la propria ricevuta fiscale ed i ricavi di ognuno devono provenire esclusivamente dalle ricevute rilasciate ai clienti ai quali è stata erogata la prestazione. 

Il rapporto tra il titolare dello studio e l’affittuario è regolamentato dal contratto ma quest’ultimo, inoltre, dovrà presentare al titolare dello studio la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) che può ottenere presso il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune in cui è lo studio.

Questo documento serve per dichiarare l’inizio attività del “Tatuatore ospite/affittuario” presso lo studio in questione e prevede l’autocertificazione della presenza dei requisiti indispensabili per svolgere l’attività (locali in regola, possesso dell’attestato di formazione sanitaria, ecc...)

L’affitto postazione è sicuramente una soluzione dinamica e conveniente che puoi utilizzare per far rendere al meglio il tuo studio. È comunque fondamentale che vi sia una corretta gestione di tutte le regole e dinamiche burocratiche che ti permettono di lavorare bene, tutelando te stesso, i tuoi collaboratori ed i tuoi clienti.

Per qualunque dubbio in merito, il nostro consiglio rimane sempre quello di rivolgersi al proprio commercialista che potrà guidarti correttamente in queste pratiche.

DOMANDE FREQUENTI!!!

C’è bisogno di tutta questa burocrazia anche per ospitare un tatuatore per pochi giorni?

Tecnicamente sì. L’attività di tatuatore viene regolamentata da tutta una serie di norme fiscali e sanitarie per le quali bisogna seguire un iter burocratico ben preciso.

Quindi vado all’ASL o in Comune per fare sta roba? 

La parte fiscale si fa in comune, presso il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive), la parte sanitaria (autocertificazione per il possesso degli attestati sanitari, ecc...) riguarda l’ASL.

Ma alla fine mi conviene?

Il “co-working” è una pratica molto diffusa, specialmente all’estero. Se ben organizzato e gestito può sicuramente dare buoni frutti. La condivisione degli spazi di lavoro permette di crescere professionlmente ed artisticamente, di condividere, ad esempio, le spese pubblicitarie per lo studio e di accontentare un maggior numero di clienti.
Più tatuatori, diversi stili, ambiente ben organizzato sono “ingredienti” fondamentali per uno studio all’avanguardia!

Tattoo Magazine 2
Febbraio 2020

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