Quello dei “rifiuti speciali” è, da sempre, un argomento controverso e dibattuto da molti, è causa di discussioni e provvedimenti infiniti, soprattutto per i tatuatori.
Soggetti a questo tipo di smaltimento sono tutti quei residui di lavorazione ritenuti “pericolosi” come, in questo caso, i “taglienti” (aghi, lame, ecc), i rifiuti “contaminati” (tutto ciò che entra in contatto con il sangue del cliente come carta, pellicole, ecc…).
La legge Italiana è piuttosto articolata in questo senso, ad esempio...
Tu sapevi che ogni azienda, per legge, deve avere un formulario per lo smaltimento dei “rifiuti speciali”?
Sì, ogni azienda che, ad esempio, utilizza le normali stampanti domestiche ha l’obbligo di “tracciare” lo smaltimento di toner e cartucce con questo documento.
Arriviamo al punto che Ti interessa di più...per gli studi Tattoo come funziona?
Come avrai sicuramente imparato ai corsi Regionali di Abilitazione Sanitaria, ogni studio tattoo ha l’obbligo di attivare, tramite aziende specializzate, un servizio di smaltimento dei “rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo”.
Ora potrai anche pensare che, in questo caso, si parli esclusivamente dei taglienti (aghi, cartucce, punch ecc…) che normalmente vengono utilizzati da tatuatori e piercer...ebbene NO.
La legge, per tutti gli ambienti sanitari come studi medici, veterinari ecc… e per le attività produttive come laboratori analisi, tatuatori, estetisti ecc… prevede lo smaltimento nei “rifiuti speciali” anche di tutti quei materiali NON PUNGENTI e NON TAGLIENTI come garze, guanti monouso ecc…
Tutti i prodotti che vengono utilizzati durante la seduta vanno smaltiti nel modo corretto.
Vengono spontanei diversi commenti non sempre “delicati” vediamo se riusciamo a rispondere…
“Perché io sì e il barbiere no? Anche lui usa taglienti…”
Bene, in questo caso possiamo dire fondamentalmente due cose: il barbiere agisce “a suo rischio e pericolo” poiché la Legge gli impone di smaltire le lame che usa nel suo lavoro correttamente, dall’altra parte si può specificare che, però, l’attività dei barbieri non è sufficientemente “normata” Cooooosa? ;)
In pratica non c’è una vera e propria associazione di categoria che raggruppa i barbieri (in alcune zone nemmeno per gli studi di tattoo) e, perciò le ASL (Aziende Sanitarie Locali) non intervengono per fare controlli di questo tipo come, invece, accade per gli studi tattoo.
“E tutti i privati che buttano lamette da barba o altri oggetti pericolosi?”
Giusta osservazione, sicuramente.
Nei rifiuti urbani è facile trovare oggetti “potenzialmente pericolosi” che vengono smaltiti in modo errato dal privato cittadino.
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